L’arte combinatoria e la mnemotecnica di Lullo andò a fondersi con la tradizione classica dell’arte della memoria iniziate da Cicerone e Quintiliano e raggiunse il vertice con Giordano Bruno. Nel presente saggio si riferisce di come il giovane filosofo, dopo aver abbandonato il saio di frate in seguito all’accusa di soggiacere ad idee riformistiche e “novatrici”, avesse peregrinato per le corti d’Europa nella speranza di trovare requie e protezione. Da Napoli aveva raggiunto Venezia, e poi Padova, Lione, Ginevra e quindi Parigi. Qui aveva intrapreso la carriera di docente, ingraziandosi il re Enrico III, al quale dedicava nel 1582 la sua Ars memoriae, che inaugurava il proficuo decennio di studi neoplatonici applicati alle discipline mnemotecniche. L’approccio di Bruno fu simile a quello di Lullo, ma forse più ardito: la memoria è la facoltà più nobile dell’intelletto, ciò che garantisce la continuità psichica dell’individuo. L’azione mentale sarebbe un vano navigare se non si potesse far affidamento sull’ormeggio del ricordo. Con Bruno l’artista della memoria non è più soltanto l’autore di una tecnica utile per oratori e avvocati, bensì, in quanto possessore di una “chiave universale”, si fa anche mago e in ultimo interprete della realtà e del destino. Bruno porta dunque a termine una serie di testi che nel loro insieme formano un compatto sistema filosofico, composto sia da commentari all’opera di Lullo, sia di apparati teoretico-categoriali, sia di bilanci sinottici generali, foggiati sull’idea che mediante i processi mnemonici la mente possa penetrare il mondo, componendolo e scomponendolo secondo un computo matematico-geometrico incrementabile all'infinito. Ciò che il filosofo nolano realizza è la fondazione dell’intelligenza artificiale, che non è quella della macchina ma quella che l’intelligenza stessa può autoapplicarsi per raggiungere le mète più elevate della comprensione.

La lanterna di Giordano Bruno / Scarpelli, Giacomo. - In: L'OZIO. - STAMPA. - 9 (fascicolo n°11):(1994), pp. 201-211.

La lanterna di Giordano Bruno

SCARPELLI, Giacomo
1994

Abstract

L’arte combinatoria e la mnemotecnica di Lullo andò a fondersi con la tradizione classica dell’arte della memoria iniziate da Cicerone e Quintiliano e raggiunse il vertice con Giordano Bruno. Nel presente saggio si riferisce di come il giovane filosofo, dopo aver abbandonato il saio di frate in seguito all’accusa di soggiacere ad idee riformistiche e “novatrici”, avesse peregrinato per le corti d’Europa nella speranza di trovare requie e protezione. Da Napoli aveva raggiunto Venezia, e poi Padova, Lione, Ginevra e quindi Parigi. Qui aveva intrapreso la carriera di docente, ingraziandosi il re Enrico III, al quale dedicava nel 1582 la sua Ars memoriae, che inaugurava il proficuo decennio di studi neoplatonici applicati alle discipline mnemotecniche. L’approccio di Bruno fu simile a quello di Lullo, ma forse più ardito: la memoria è la facoltà più nobile dell’intelletto, ciò che garantisce la continuità psichica dell’individuo. L’azione mentale sarebbe un vano navigare se non si potesse far affidamento sull’ormeggio del ricordo. Con Bruno l’artista della memoria non è più soltanto l’autore di una tecnica utile per oratori e avvocati, bensì, in quanto possessore di una “chiave universale”, si fa anche mago e in ultimo interprete della realtà e del destino. Bruno porta dunque a termine una serie di testi che nel loro insieme formano un compatto sistema filosofico, composto sia da commentari all’opera di Lullo, sia di apparati teoretico-categoriali, sia di bilanci sinottici generali, foggiati sull’idea che mediante i processi mnemonici la mente possa penetrare il mondo, componendolo e scomponendolo secondo un computo matematico-geometrico incrementabile all'infinito. Ciò che il filosofo nolano realizza è la fondazione dell’intelligenza artificiale, che non è quella della macchina ma quella che l’intelligenza stessa può autoapplicarsi per raggiungere le mète più elevate della comprensione.
1994
9 (fascicolo n°11)
201
211
La lanterna di Giordano Bruno / Scarpelli, Giacomo. - In: L'OZIO. - STAMPA. - 9 (fascicolo n°11):(1994), pp. 201-211.
Scarpelli, Giacomo
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