OBIETTIVI Il contesto italiano ha da tempo identificato nella “badante” la persona che si sostituisce ai famigliari nell’assistenza a pazienti anziani, non autosufficienti e con patologie cronico-degenerative. L’occuparsi della cura di questi pazienti espone, come ogni care-giver, anche le “badanti” a situazioni di stress psico-fisico, disagio emotivo e affettivo. Obiettivi di questo lavoro sono:•raccogliere informazioni qualitative sullo stress sul disagio nelle “badanti” che si rivolgono ad un servizio dell’AUSL di Reggio Emilia;•identificare interventi da attuare per alleviare e/o monitorare il disagio.METODISono state intervistate 24 donne, provenienti dall’Est Europa che svolgono il lavoro di “badante”. Queste donne sono state incontrate prima o dopo la visita medica per la quale avevano preso appuntamento, presso gli ambulatori del Centro per la Salute della Famiglia Straniera dell’AUSL di Reggio Emilia.Lo strumento scelto è stata un’intervista semi-strutturata, composta da 31 items che vanno ad investigare 3 macro-aree: a)dati socio-demografici;b)progetto migratorio, condizione lavorativa e vissuto;c)vita in Italia, difficoltà, idee/interpretazione (sul sistema sanitario e sugli operatori), aspettative e progetti per il futuro. RISULTATIIl gruppo delle intervistate è composto da donne di età maggiore ai 40 anni (66%). Tutte le intervistate hanno lasciato in patria parte della famiglia (marito e figli per il 91%), il 62,5% ha una scolarizzazione medio-alta (dagli 11 ai 15 anni di studi). La presenza in Italia è recente (tra 1 e 3 anni per 41,6%). Il 95,8% delle intervistate svolgeva prima di emigrare lavori diversi da quello assistenziale (maestra il 29,16%, commessa il 16,66%). Nelle opinioni sul lavoro di cura prevalgono le definizioni negative (stancante, faticoso, difficile, stressante) rispetto a quelle positive (facile, piacevole). Il rapporto stabilito con l’anziano e/o con la famiglia è però considerato positivo (mi sento a casa, mi sento parte della nuova famiglia) dalla prevalenza delle intervistate (79,1% con l’anziano e 91,6% con la famiglia); non lo considera positivo (hanno messo sulle mie spalle tutta la casa, sono segregata in casa, i famigliari non ci sono mai) una minoranza (20,8% con l’anziano e 8,3% con la famiglia). L’83% delle intervistate lavora in co-residenza con l’anziano, con un impegno orario di 24 ore giornaliere.Il 27% degli assistiti non è autosufficiente, il 33% di chi è parzialmente autosufficiente presenta problemi cognitivi. Sullo stress correlato al lavoro di cura le intervistate hanno quantificato gli episodi di disagio emotivo e di stress, in base alla frequenza con cui questi si manifestavano, in: mai (29%), qualche volta alla settimana (46%), qualche volta al giorno (13%), molte volte al giorno (4%), quasi sempre (8%). Lo stress ed il disagio emotivo si manifestano con: agitazione, insonnia, inappetenza, tristezza, sintomi di somatizzazione dell’ansia.

Il disagio delle "badanti" nel lavoro di cura: implicazioni assisitenziali / E., Bertocchi; I., Chiesi; C., Gradellini; Mecugni, Daniela. - STAMPA. - Maggio 2011:(2011), pp. 140-140. (Intervento presentato al convegno Salute per tutti: da immigrati a cittadini. Aprire spazi...costruire traiettorie tenutosi a Palermo nel 19-21 maggio 2011).

Il disagio delle "badanti" nel lavoro di cura: implicazioni assisitenziali

MECUGNI, Daniela
2011

Abstract

OBIETTIVI Il contesto italiano ha da tempo identificato nella “badante” la persona che si sostituisce ai famigliari nell’assistenza a pazienti anziani, non autosufficienti e con patologie cronico-degenerative. L’occuparsi della cura di questi pazienti espone, come ogni care-giver, anche le “badanti” a situazioni di stress psico-fisico, disagio emotivo e affettivo. Obiettivi di questo lavoro sono:•raccogliere informazioni qualitative sullo stress sul disagio nelle “badanti” che si rivolgono ad un servizio dell’AUSL di Reggio Emilia;•identificare interventi da attuare per alleviare e/o monitorare il disagio.METODISono state intervistate 24 donne, provenienti dall’Est Europa che svolgono il lavoro di “badante”. Queste donne sono state incontrate prima o dopo la visita medica per la quale avevano preso appuntamento, presso gli ambulatori del Centro per la Salute della Famiglia Straniera dell’AUSL di Reggio Emilia.Lo strumento scelto è stata un’intervista semi-strutturata, composta da 31 items che vanno ad investigare 3 macro-aree: a)dati socio-demografici;b)progetto migratorio, condizione lavorativa e vissuto;c)vita in Italia, difficoltà, idee/interpretazione (sul sistema sanitario e sugli operatori), aspettative e progetti per il futuro. RISULTATIIl gruppo delle intervistate è composto da donne di età maggiore ai 40 anni (66%). Tutte le intervistate hanno lasciato in patria parte della famiglia (marito e figli per il 91%), il 62,5% ha una scolarizzazione medio-alta (dagli 11 ai 15 anni di studi). La presenza in Italia è recente (tra 1 e 3 anni per 41,6%). Il 95,8% delle intervistate svolgeva prima di emigrare lavori diversi da quello assistenziale (maestra il 29,16%, commessa il 16,66%). Nelle opinioni sul lavoro di cura prevalgono le definizioni negative (stancante, faticoso, difficile, stressante) rispetto a quelle positive (facile, piacevole). Il rapporto stabilito con l’anziano e/o con la famiglia è però considerato positivo (mi sento a casa, mi sento parte della nuova famiglia) dalla prevalenza delle intervistate (79,1% con l’anziano e 91,6% con la famiglia); non lo considera positivo (hanno messo sulle mie spalle tutta la casa, sono segregata in casa, i famigliari non ci sono mai) una minoranza (20,8% con l’anziano e 8,3% con la famiglia). L’83% delle intervistate lavora in co-residenza con l’anziano, con un impegno orario di 24 ore giornaliere.Il 27% degli assistiti non è autosufficiente, il 33% di chi è parzialmente autosufficiente presenta problemi cognitivi. Sullo stress correlato al lavoro di cura le intervistate hanno quantificato gli episodi di disagio emotivo e di stress, in base alla frequenza con cui questi si manifestavano, in: mai (29%), qualche volta alla settimana (46%), qualche volta al giorno (13%), molte volte al giorno (4%), quasi sempre (8%). Lo stress ed il disagio emotivo si manifestano con: agitazione, insonnia, inappetenza, tristezza, sintomi di somatizzazione dell’ansia.
2011
Salute per tutti: da immigrati a cittadini. Aprire spazi...costruire traiettorie
Palermo
19-21 maggio 2011
E., Bertocchi; I., Chiesi; C., Gradellini; Mecugni, Daniela
Il disagio delle "badanti" nel lavoro di cura: implicazioni assisitenziali / E., Bertocchi; I., Chiesi; C., Gradellini; Mecugni, Daniela. - STAMPA. - Maggio 2011:(2011), pp. 140-140. (Intervento presentato al convegno Salute per tutti: da immigrati a cittadini. Aprire spazi...costruire traiettorie tenutosi a Palermo nel 19-21 maggio 2011).
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