Nonostante l'olimpo della maggior parte di popoli antichi sia abitato da numerose divinità, il monoteismo caratterizza la vita dell'uomo da un'epoca immemorabile. Ma quando è nata l'idea di un unico dio? Si può riconoscere una stessa remota credenza all'origine delle diverse fedi monoteistiche? Per risalire agli albori di questo fenomeno spirituale l'autore traccia un percorso a ritroso nel tempo, attraverso le antiche civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente. La prima tappa della ricerca è il XIV sec. a.C., in Egitto, dov'è ospite-prigioniero Mosè. L'uomo Mosè, così come e è stato definito da Freud, fece discendere l'idea di un solo dio dal culto di Aton, il disco solare, nume immaginato dal faraone Amenophis IV. Questa rivoluzione dal dio molteplice al singolo potrebbe essere scaturita dalla proiezione e dall'esibizione da parte di Amenophis IV (ribattezzatosi Ekhnaton) delle suo proprie prorompenti qualità spirituali, come conseguenza del forte complesso d'inferiorità nei confronti del padre Amenophis III. Un'analisi ulteriore rivela che l'io individuale di Ekhnaton, assurto a splendore divino, potrebbe essere stato a sua volta preceduto da un io molto più grande, quello appartenente alla specie umana nel suo insieme. Il dio unico, dunque, considerato come proiezione delle aspirazioni dello spirito generale dell'Homo sapiens. Tappa successiva di questo itinerario a ritroso è il Sahara: scavi effettuati negli ultimi decenni (ai quali anche l'autore ha partecipato, nel corso di una Missione paletnologica dell'Università di Roma "La Sapienza", guidata dal prof. F. Mori), hanno portato alla luce ulteriori segni di una precedente forma dell'uomo, paleo e neolitico, già sufficientemente scaltrito da sentire la necessità di entità superiori. Le divinità raffigurate nei ripari sahariani avevano aspetto antropomorfico, ingigantito dal desiderio. Nel compiere questo percorso nella memoria dell'uomo si è utilizzata la guida di quegli psicologi, filosofi e archeologi che hanno gettato sprazzi illuminanti, anche se talvolta lacunosi, sulla comparsa dell'idea di dio unico. E' il caso di Karl Abraham e del suo maestro Freud, che hanno indagato su Ekhnaton e Mosè. Ma perché il padre della psicoanalisi si rifiutò di prendere in considerazione il patriarca Abramo quale esplicito iniziatore del monoteismo? Forse perché - come Vico - aveva preferito non mescolare la storia sacra con quella profana, mettendo in guardia dal leggere la Bibbia come un manuale di storia. Toccò a Wolley, che riportò alla luce Ur dei Caldei, tentare di dimostrare che Abramo era realmente esistito. Il dilemma delle origini del monoteismo chiama anche in causa il pensiero diffusionista di Perry e Elliot Smith, convinti di una supremazia culturale e religiosa degli egizi. Dall'altro lato Bergson e Frazer continuarono ad ascrivere alla civiltà ellenica il primato, e l'immagine del dio che nasce, muore e risorge. E vi era anche chi affermava che la nuova arte realistica che Ekhnaton aveva inaugurato per affiancare la sua teologia, fosse in qualche modo ispirata a quella di Creta. E ancora, se Hegel aveva sotenuto che i greci avevano assimilato influssi egizi, ma per rielabolarli in modo originale, sotto forma di filosofia, fu del suo allievo Feuerbach l'intuizione geniale che Dio è l'uomo come vorrebbe essere.

Il dio solo. Le misteriose origini del monoteismo / Scarpelli, Giacomo. - STAMPA. - (1997), pp. 1-217.

Il dio solo. Le misteriose origini del monoteismo.

SCARPELLI, Giacomo
1997

Abstract

Nonostante l'olimpo della maggior parte di popoli antichi sia abitato da numerose divinità, il monoteismo caratterizza la vita dell'uomo da un'epoca immemorabile. Ma quando è nata l'idea di un unico dio? Si può riconoscere una stessa remota credenza all'origine delle diverse fedi monoteistiche? Per risalire agli albori di questo fenomeno spirituale l'autore traccia un percorso a ritroso nel tempo, attraverso le antiche civiltà del Mediterraneo e del Vicino Oriente. La prima tappa della ricerca è il XIV sec. a.C., in Egitto, dov'è ospite-prigioniero Mosè. L'uomo Mosè, così come e è stato definito da Freud, fece discendere l'idea di un solo dio dal culto di Aton, il disco solare, nume immaginato dal faraone Amenophis IV. Questa rivoluzione dal dio molteplice al singolo potrebbe essere scaturita dalla proiezione e dall'esibizione da parte di Amenophis IV (ribattezzatosi Ekhnaton) delle suo proprie prorompenti qualità spirituali, come conseguenza del forte complesso d'inferiorità nei confronti del padre Amenophis III. Un'analisi ulteriore rivela che l'io individuale di Ekhnaton, assurto a splendore divino, potrebbe essere stato a sua volta preceduto da un io molto più grande, quello appartenente alla specie umana nel suo insieme. Il dio unico, dunque, considerato come proiezione delle aspirazioni dello spirito generale dell'Homo sapiens. Tappa successiva di questo itinerario a ritroso è il Sahara: scavi effettuati negli ultimi decenni (ai quali anche l'autore ha partecipato, nel corso di una Missione paletnologica dell'Università di Roma "La Sapienza", guidata dal prof. F. Mori), hanno portato alla luce ulteriori segni di una precedente forma dell'uomo, paleo e neolitico, già sufficientemente scaltrito da sentire la necessità di entità superiori. Le divinità raffigurate nei ripari sahariani avevano aspetto antropomorfico, ingigantito dal desiderio. Nel compiere questo percorso nella memoria dell'uomo si è utilizzata la guida di quegli psicologi, filosofi e archeologi che hanno gettato sprazzi illuminanti, anche se talvolta lacunosi, sulla comparsa dell'idea di dio unico. E' il caso di Karl Abraham e del suo maestro Freud, che hanno indagato su Ekhnaton e Mosè. Ma perché il padre della psicoanalisi si rifiutò di prendere in considerazione il patriarca Abramo quale esplicito iniziatore del monoteismo? Forse perché - come Vico - aveva preferito non mescolare la storia sacra con quella profana, mettendo in guardia dal leggere la Bibbia come un manuale di storia. Toccò a Wolley, che riportò alla luce Ur dei Caldei, tentare di dimostrare che Abramo era realmente esistito. Il dilemma delle origini del monoteismo chiama anche in causa il pensiero diffusionista di Perry e Elliot Smith, convinti di una supremazia culturale e religiosa degli egizi. Dall'altro lato Bergson e Frazer continuarono ad ascrivere alla civiltà ellenica il primato, e l'immagine del dio che nasce, muore e risorge. E vi era anche chi affermava che la nuova arte realistica che Ekhnaton aveva inaugurato per affiancare la sua teologia, fosse in qualche modo ispirata a quella di Creta. E ancora, se Hegel aveva sotenuto che i greci avevano assimilato influssi egizi, ma per rielabolarli in modo originale, sotto forma di filosofia, fu del suo allievo Feuerbach l'intuizione geniale che Dio è l'uomo come vorrebbe essere.
1997
9788804394129
Mondadori
ITALIA
Il dio solo. Le misteriose origini del monoteismo / Scarpelli, Giacomo. - STAMPA. - (1997), pp. 1-217.
Scarpelli, Giacomo
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