Ai primi lettori francesi non era sfuggita la parentela che univa diverse tesi nietzscheane a teorie elaborate in Francia nella seconda metà dell’Ottocento; in seguito, però, questa direzione di ricerca è stata trascurata, probabilmente per gli stessi motivi che spiegano la mancanza di studi organici sul rapporto Baudelaire-Nietzsche: l’esiguità del materiale (nelle opere stampate o destinate da Nietzsche alla pubblicazione sono pochi i riferimenti ad autori francesi ottocenteschi) e la sua tarda accessibilità (le testimonianze del confronto di Nietzsche con tali autori si trovano soprattutto nei frammenti postumi). In questo articolo, si ricostruisce il significato di una lettura francese di Nietzsche - l’“Esquisse d’une morale sans obligation ni sanction” (1885) di Jean-Marie Guyau -, che, per le ragioni sopra accennate, non ha ricevuto attenzione da parte della filologia nietzscheana.Prendendo le mosse dagli studi di Montinari e di Pestalozzi, incentrati sui rapporti di Nietzsche con Bourget e Baudelaire, ci si chiede cosa abbia spinto Nietzsche a leggere Guyau negli anni 1885-1887, e in che modo tale lettura potesse risultare funzionale all’approfondimento di un tema che gli stava allora molto a cuore: la prospettiva della décadence e le linee direttrici di un suo superamento. Dopo aver individuato il filo rosso che unisce, in Niezsche, le letture di Bourget e di Baudelaire all’interesse provato per Guyau, vengono esaminate le annotazioni del filosofo tedesco all’esemplare dell’“Esquisse” in suo possesso. Emerge così che Nietzsche, mentre commenta con entusiasmo i passi del testo di Guyau dove si insiste sulla forza intrinseca al sentimento di potenza vitale e sulla necessità di non separe il pensiero dall’azione, disapprova però con pari energia la direzione altruistica, la valenza etico-sociale attribuita da Guyau al sentimento di espansione vitale. Paradossalmente, egli enfatizza la direzione altruistica che assume in Guyau la vita biologico-morale, sottovalutandone invece la direzione individualistica, il problema della creazione individuale dei valori connesso alla tematica dell’anomia.Tuttavia, sia per Guyau che per Nietzsche, la décadence implica un indebolimento e una perversione della vitalità; non riconoscerlo, significa aderire alla logica nichilistica della décadence stessa. Per entrambi, il problema resta in parte irrisolto: come rinunciare, infatti, all’individualismo della décadence senza rientrare nel logica del gregge, senza abdicare alla logica affermativa dell’azione individuale e della creazione dei valori? M. Kessler, che ha riletto l’intera opera di Nietzsche sotto la prospettiva di un superamento estetico della metafisica, osserva che solo l’arte - intesa come paradigma del pensiero e dell’azione - consente di andare oltre il nichilismo, di attivare un vero processo di affermazione al cui centro si collochi non tanto un’individualità atomisticamente intesa, quanto piuttosto la nozione di singolarità. Anche in ambito estetico, del resto, emergono diverse assonanze tra Guyau e Nietzsche: entrambi criticano la concezione kantiana del bello come piacere disinteressato, e mettono in risalto la componente affettiva dell’esperienza estetica, il suo nutrirsi di desideri e ripugnanze istintive; entrambi sostengono che i confini dell’esperienza estetica non sono dati una volta per tutte, e che l’arte stessa è portatrice di valenze e funzioni extraestetiche; per entrambi, il valore estetico del bello risulta strettamente congiunto ai valori biologici dell’utile, del benefico, del vivificante . In sintesi, l’articolo mostra che, in Guyau come in Nietzsche, il curvarsi del modello biologico in direzione estetica ha per approdo non una concezione estetizzante della vita, ma una concezione vitale dell’arte che ne evidenzia il ruolo esemplare nella creazione sia filosofica che morale.

Nietzsche lettore di Guyau / Contini, Annamaria. - In: POETICHE. - ISSN 1124-9080. - STAMPA. - 3:(2000), pp. 433-468.

Nietzsche lettore di Guyau

CONTINI, Annamaria
2000

Abstract

Ai primi lettori francesi non era sfuggita la parentela che univa diverse tesi nietzscheane a teorie elaborate in Francia nella seconda metà dell’Ottocento; in seguito, però, questa direzione di ricerca è stata trascurata, probabilmente per gli stessi motivi che spiegano la mancanza di studi organici sul rapporto Baudelaire-Nietzsche: l’esiguità del materiale (nelle opere stampate o destinate da Nietzsche alla pubblicazione sono pochi i riferimenti ad autori francesi ottocenteschi) e la sua tarda accessibilità (le testimonianze del confronto di Nietzsche con tali autori si trovano soprattutto nei frammenti postumi). In questo articolo, si ricostruisce il significato di una lettura francese di Nietzsche - l’“Esquisse d’une morale sans obligation ni sanction” (1885) di Jean-Marie Guyau -, che, per le ragioni sopra accennate, non ha ricevuto attenzione da parte della filologia nietzscheana.Prendendo le mosse dagli studi di Montinari e di Pestalozzi, incentrati sui rapporti di Nietzsche con Bourget e Baudelaire, ci si chiede cosa abbia spinto Nietzsche a leggere Guyau negli anni 1885-1887, e in che modo tale lettura potesse risultare funzionale all’approfondimento di un tema che gli stava allora molto a cuore: la prospettiva della décadence e le linee direttrici di un suo superamento. Dopo aver individuato il filo rosso che unisce, in Niezsche, le letture di Bourget e di Baudelaire all’interesse provato per Guyau, vengono esaminate le annotazioni del filosofo tedesco all’esemplare dell’“Esquisse” in suo possesso. Emerge così che Nietzsche, mentre commenta con entusiasmo i passi del testo di Guyau dove si insiste sulla forza intrinseca al sentimento di potenza vitale e sulla necessità di non separe il pensiero dall’azione, disapprova però con pari energia la direzione altruistica, la valenza etico-sociale attribuita da Guyau al sentimento di espansione vitale. Paradossalmente, egli enfatizza la direzione altruistica che assume in Guyau la vita biologico-morale, sottovalutandone invece la direzione individualistica, il problema della creazione individuale dei valori connesso alla tematica dell’anomia.Tuttavia, sia per Guyau che per Nietzsche, la décadence implica un indebolimento e una perversione della vitalità; non riconoscerlo, significa aderire alla logica nichilistica della décadence stessa. Per entrambi, il problema resta in parte irrisolto: come rinunciare, infatti, all’individualismo della décadence senza rientrare nel logica del gregge, senza abdicare alla logica affermativa dell’azione individuale e della creazione dei valori? M. Kessler, che ha riletto l’intera opera di Nietzsche sotto la prospettiva di un superamento estetico della metafisica, osserva che solo l’arte - intesa come paradigma del pensiero e dell’azione - consente di andare oltre il nichilismo, di attivare un vero processo di affermazione al cui centro si collochi non tanto un’individualità atomisticamente intesa, quanto piuttosto la nozione di singolarità. Anche in ambito estetico, del resto, emergono diverse assonanze tra Guyau e Nietzsche: entrambi criticano la concezione kantiana del bello come piacere disinteressato, e mettono in risalto la componente affettiva dell’esperienza estetica, il suo nutrirsi di desideri e ripugnanze istintive; entrambi sostengono che i confini dell’esperienza estetica non sono dati una volta per tutte, e che l’arte stessa è portatrice di valenze e funzioni extraestetiche; per entrambi, il valore estetico del bello risulta strettamente congiunto ai valori biologici dell’utile, del benefico, del vivificante . In sintesi, l’articolo mostra che, in Guyau come in Nietzsche, il curvarsi del modello biologico in direzione estetica ha per approdo non una concezione estetizzante della vita, ma una concezione vitale dell’arte che ne evidenzia il ruolo esemplare nella creazione sia filosofica che morale.
2000
3
433
468
Nietzsche lettore di Guyau / Contini, Annamaria. - In: POETICHE. - ISSN 1124-9080. - STAMPA. - 3:(2000), pp. 433-468.
Contini, Annamaria
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