La vecchiaia, che coincide con la messa a riposo sul piano produttivo rappresenta, in una società dominata dal mito della produttività, un vero e proprio fallimento. Il “vecchio”, che in altre epoche era considerato il saggio a cui fare riferimento viene ora ritenuto fastidioso, noioso, incapace… . La tecnologia avanzata della nostra era rende inutile cognizioni, informazioni ed esperienze di altri tempi: ne deriva che il “vecchio” rimane escluso dal ciclo produttivo ed impossibilitato a rientrarvi con il proprio bagaglio esistenziale. Per la società è solo un onere gravoso e la categoria “del nonno” è rimasta senza ruolo. Secondo la cosiddetta “pubblicità progresso” addirittura il vecchio è da adottare, è qualcuno che deve essere guidato perfino dai bambini! L’ideologia di fondo è che i vecchi non sanno dove andare, non sanno cosa fare … Ancora, i mass media rappresentano da un lato la solitudine e l’abbandono dell’anziano, dall’altro evidenziano l’enorme peso economico che si riversa sulla parte produttiva della popolazione. In sintesi la “vecchiaia” suscita paura, innesca nella gente l’immagine della decadenza, della morte. Da questo quadro risulta che la senescenza simboleggia l’età del disadattamento caratterizzato dalla diminuzione delle capacità fisiche e mentali. Non è vero che alla vecchiaia si accompagnano sempre deficit funzionali: si può dire che nell’anziano sono più frequenti disturbi fisici e psichici rispetto all’adulto. In ogni caso è doveroso sottolineare la differenza fra il declino fisiologico e la presenza di patologie che possono accelerare, aggravare, e sovrapporsi all’andamento fisiologico. Lo stimolo a scrivere questo articolo è stato quello di condividere con altri colleghi l’esperienza professionale fatta a contatto con tante persone anziane e il riscontro di tanti casi in cui era possibile una diagnosi di depressione. Spesso tale riscontro diagnostico non veniva effettuato in quanto si accettava come facente parte fisiologicamente dell’età senile la sintomatologia depressiva. Tale sottovalutazione incide gravemente sulla qualità della vita di una persona. Approfondiamo di seguito le caratteristiche della sintomatologia depressiva affinchè gli infermieri che sono a contatto quotidianamente con i pazienti possano aiutarli nel riconoscimento e nel trattamento del loro malessere depressivo.

Depressione nell’anziano: senescenza o malattia? / Ferri, Paola; A., Giannone. - In: NAPOLI SANA. - STAMPA. - 4:(2005), pp. 29-32.

Depressione nell’anziano: senescenza o malattia?

FERRI, Paola;
2005

Abstract

La vecchiaia, che coincide con la messa a riposo sul piano produttivo rappresenta, in una società dominata dal mito della produttività, un vero e proprio fallimento. Il “vecchio”, che in altre epoche era considerato il saggio a cui fare riferimento viene ora ritenuto fastidioso, noioso, incapace… . La tecnologia avanzata della nostra era rende inutile cognizioni, informazioni ed esperienze di altri tempi: ne deriva che il “vecchio” rimane escluso dal ciclo produttivo ed impossibilitato a rientrarvi con il proprio bagaglio esistenziale. Per la società è solo un onere gravoso e la categoria “del nonno” è rimasta senza ruolo. Secondo la cosiddetta “pubblicità progresso” addirittura il vecchio è da adottare, è qualcuno che deve essere guidato perfino dai bambini! L’ideologia di fondo è che i vecchi non sanno dove andare, non sanno cosa fare … Ancora, i mass media rappresentano da un lato la solitudine e l’abbandono dell’anziano, dall’altro evidenziano l’enorme peso economico che si riversa sulla parte produttiva della popolazione. In sintesi la “vecchiaia” suscita paura, innesca nella gente l’immagine della decadenza, della morte. Da questo quadro risulta che la senescenza simboleggia l’età del disadattamento caratterizzato dalla diminuzione delle capacità fisiche e mentali. Non è vero che alla vecchiaia si accompagnano sempre deficit funzionali: si può dire che nell’anziano sono più frequenti disturbi fisici e psichici rispetto all’adulto. In ogni caso è doveroso sottolineare la differenza fra il declino fisiologico e la presenza di patologie che possono accelerare, aggravare, e sovrapporsi all’andamento fisiologico. Lo stimolo a scrivere questo articolo è stato quello di condividere con altri colleghi l’esperienza professionale fatta a contatto con tante persone anziane e il riscontro di tanti casi in cui era possibile una diagnosi di depressione. Spesso tale riscontro diagnostico non veniva effettuato in quanto si accettava come facente parte fisiologicamente dell’età senile la sintomatologia depressiva. Tale sottovalutazione incide gravemente sulla qualità della vita di una persona. Approfondiamo di seguito le caratteristiche della sintomatologia depressiva affinchè gli infermieri che sono a contatto quotidianamente con i pazienti possano aiutarli nel riconoscimento e nel trattamento del loro malessere depressivo.
2005
4
29
32
Depressione nell’anziano: senescenza o malattia? / Ferri, Paola; A., Giannone. - In: NAPOLI SANA. - STAMPA. - 4:(2005), pp. 29-32.
Ferri, Paola; A., Giannone
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

Licenza Creative Commons
I metadati presenti in IRIS UNIMORE sono rilasciati con licenza Creative Commons CC0 1.0 Universal, mentre i file delle pubblicazioni sono rilasciati con licenza Attribuzione 4.0 Internazionale (CC BY 4.0), salvo diversa indicazione.
In caso di violazione di copyright, contattare Supporto Iris

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/609984
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact