Lo sviluppo scientifico e tecnologico degli ultimi decenni ha profondamente modificato i bisogni sanitari del cittadino e conseguentemente il suo approccio al Servizio Sanitario. Questi radicali cambiamenti hanno richiesto la nascita di una “nuova infermieristica” caratterizzata da una maggiore autonomia e responsabilità nell’esercizio della professione, dalla capacità di integrazione nell’equipe multidisciplinare e dall’abilità di coinvolgimento della persona nella pianificazione di una assistenza capace di soddisfare i suoi bisogni. Le aziende sanitarie richiedono professionisti in grado di rispondere in modo flessibile, efficace ed efficiente ai problemi di salute della popolazione e alle esigenze organizzative dei servizi.Gli infermieri hanno quindi la responsabilità di progettare una formazione che incoraggi la crescita di pensatori creativi e critici.Il tradizionale sistema formativo infermieristico, basato sulla suddivisione di contenuti didattici in singole discipline, che rapidamente si rivelano obsoleti, può mancare di integrazione, di collegamento con l’attività pratica, e persino di appropriatezza rispetto allo specifico professionale. L’ipotetica valenza didattica dell’insegnamento tradizionale è ormai “Sull’orlo di una crisi di nervi”, avrebbe potuto esclamare Pedro Almodovar, famoso regista spagnolo.Le più moderne teorie pedagogiche, che prendono il via dalla psicologia cognitivista e costruttivista, consigliano una metodologia didattica attiva, quale è l’apprendimento per problemi (Problem Based Learning).Dal 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Banca Mondiale raccomandano il PBL come una strategia formativa che ha molto da offrire, poiché rispecchia il mondo nel quale i professionisti della salute si troveranno a svolgere la loro attività.Anche nelle “Linee guida per un progetto di formazione di base dell’infermiere” della Federazione Nazionale Collegi IPASVI (1998), è contenuto un esplicito richiamo all’utilizzo di tale metodologia didattica.Il corpo dei docenti e dei tutor del Corso di Laurea in Infermieristica di Modena ha ritenuto importante l’applicazione del PBL all’interno delle attività didattiche, che caratterizzano l’offerta formativa, al fine di favorire lo sviluppo nello studente di “capacità trasferibili”, quali pensiero critico, problem solving, comunicazione terapeutica, autovalutazione, integrazione nell’equipe e autonomia. Questa metodologia didattica è stata sperimentata per la prima volta, a partire dagli anni sessanta, nel Corso di Laurea in Medicina presso la McMaster University di Hamilton, in Canada, anche se le sue origini sono molto più antiche.Il PBL approdò in Europa nel 1971 con l’esperienza dell’Università di Limburg a Maastricht, in Olanda. L’ESPERIENZA DEL CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA DI MODENA”Le possibili permutazioni e combinazioni delle variabili del PBL sono infinite” (H. Barrows 1986)Questa frase di uno dei padri fondatori del PBL ha sostenuto il nostro percorso verso l’implementazione del metodo, che si è sviluppato attraverso le seguenti fasi:1. Definizione della strategia per sostenere il cambiamento: questa fase è di primaria importanza per la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli attori coinvolti nella trasformazione del sistema formativo e per ottenere il riconoscimento formale di sperimentazione didattica in Consiglio di Facoltà. 2. Progettazione del sistema di formazione didattica dei docenti e dei tutor: a partire dall’autunno 2001 è iniziata la formazione per l’acquisizione delle nuove competenze pedagogiche, intese come capacità di valorizzare l’intervento di ogni studente, mediante un feedback formativo, di favorire l’espressione di dinamiche corrette ed il raggiungimento degli obiettivi previsti per il gruppo e di presidiare il rispetto dei passi del metodo. Le iniziative formative si sono concretizzate in momenti di incontro con esperti provenienti dalla Finlandia (Prof. Kari Sirkka) e dalla Scozia (Prof.ssa Kay Wilkie) e in due corsi intensivi di 5 giorni, tenuti dal Prof. Rien Hejine, Università di Heerlen, Maastricht, Olanda. E’ iniziata dal maggio 2004 una supervisione metodologica da parte della Dott.ssa Antonella Lotti. Un ulteriore sostegno per la nostra esperienza didattica ci è offerto dagli scambi culturali con i corsi infermieristici delle università europee che utilizzano il PBL: Università di Heerlen, Maastricht, Olanda, Università di Pori, Finlandia, Università di Barcellona, Spagna. Il nostro Corso di Laurea è affiliato al network ENNE (European Network of Nursing Education), un gruppo di formatori provenienti esclusivamente da corsi infermieristici che utilizzano la metodologia.3. Revisione della pianificazione didattica: partendo dalla considerazione che l’inserimento del metodo può interessare uno o più corsi integrati, oppure un intero anno accademico o ancora tutto il percorso triennale, la nostra scelta si è orientata verso una graduale trasformazione del curriculum. Ad oggi in forza della collaborazione ed integrazione tra le discipline infermieristiche e quelle cliniche, applichiamo il PBL ai seguenti moduli: - 1° anno: moduli Introduzione all’Infermieristica Clinica e Clinica I; - 2° anno: moduli dell’Area Medica, dell’Area Chirurgica, dell’Area Materno infantile, dell’Area Medico Specialistica e dell’Area Comunità e Famiglia; - 3° anno: moduli dell’Area Psichiatrica e Salute mentale e dell’Area della Disabilità e Riabilitazione. Questa trasformazione ha richiesto un notevole sforzo didattico e organizzativo, basti pensare alla costruzione dei casi, delle relative guide per i tutor, senza dimenticare gli aspetti di gestione delle risorse umane e logistiche. La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie alla forte motivazione che anima i tutor e i docenti del nostro corso, che li ha portati ad impegnarsi con assiduità e determinazione.

Didattica attiva per gli infermieri / P., Albinelli; K., Cottafavi; Ferri, Paola. - In: L'INFERMIERE. - ISSN 2038-0712. - STAMPA. - 6:(2004), pp. 6-7.

Didattica attiva per gli infermieri

FERRI, Paola
2004

Abstract

Lo sviluppo scientifico e tecnologico degli ultimi decenni ha profondamente modificato i bisogni sanitari del cittadino e conseguentemente il suo approccio al Servizio Sanitario. Questi radicali cambiamenti hanno richiesto la nascita di una “nuova infermieristica” caratterizzata da una maggiore autonomia e responsabilità nell’esercizio della professione, dalla capacità di integrazione nell’equipe multidisciplinare e dall’abilità di coinvolgimento della persona nella pianificazione di una assistenza capace di soddisfare i suoi bisogni. Le aziende sanitarie richiedono professionisti in grado di rispondere in modo flessibile, efficace ed efficiente ai problemi di salute della popolazione e alle esigenze organizzative dei servizi.Gli infermieri hanno quindi la responsabilità di progettare una formazione che incoraggi la crescita di pensatori creativi e critici.Il tradizionale sistema formativo infermieristico, basato sulla suddivisione di contenuti didattici in singole discipline, che rapidamente si rivelano obsoleti, può mancare di integrazione, di collegamento con l’attività pratica, e persino di appropriatezza rispetto allo specifico professionale. L’ipotetica valenza didattica dell’insegnamento tradizionale è ormai “Sull’orlo di una crisi di nervi”, avrebbe potuto esclamare Pedro Almodovar, famoso regista spagnolo.Le più moderne teorie pedagogiche, che prendono il via dalla psicologia cognitivista e costruttivista, consigliano una metodologia didattica attiva, quale è l’apprendimento per problemi (Problem Based Learning).Dal 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la Banca Mondiale raccomandano il PBL come una strategia formativa che ha molto da offrire, poiché rispecchia il mondo nel quale i professionisti della salute si troveranno a svolgere la loro attività.Anche nelle “Linee guida per un progetto di formazione di base dell’infermiere” della Federazione Nazionale Collegi IPASVI (1998), è contenuto un esplicito richiamo all’utilizzo di tale metodologia didattica.Il corpo dei docenti e dei tutor del Corso di Laurea in Infermieristica di Modena ha ritenuto importante l’applicazione del PBL all’interno delle attività didattiche, che caratterizzano l’offerta formativa, al fine di favorire lo sviluppo nello studente di “capacità trasferibili”, quali pensiero critico, problem solving, comunicazione terapeutica, autovalutazione, integrazione nell’equipe e autonomia. Questa metodologia didattica è stata sperimentata per la prima volta, a partire dagli anni sessanta, nel Corso di Laurea in Medicina presso la McMaster University di Hamilton, in Canada, anche se le sue origini sono molto più antiche.Il PBL approdò in Europa nel 1971 con l’esperienza dell’Università di Limburg a Maastricht, in Olanda. L’ESPERIENZA DEL CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA DI MODENA”Le possibili permutazioni e combinazioni delle variabili del PBL sono infinite” (H. Barrows 1986)Questa frase di uno dei padri fondatori del PBL ha sostenuto il nostro percorso verso l’implementazione del metodo, che si è sviluppato attraverso le seguenti fasi:1. Definizione della strategia per sostenere il cambiamento: questa fase è di primaria importanza per la sensibilizzazione e il coinvolgimento degli attori coinvolti nella trasformazione del sistema formativo e per ottenere il riconoscimento formale di sperimentazione didattica in Consiglio di Facoltà. 2. Progettazione del sistema di formazione didattica dei docenti e dei tutor: a partire dall’autunno 2001 è iniziata la formazione per l’acquisizione delle nuove competenze pedagogiche, intese come capacità di valorizzare l’intervento di ogni studente, mediante un feedback formativo, di favorire l’espressione di dinamiche corrette ed il raggiungimento degli obiettivi previsti per il gruppo e di presidiare il rispetto dei passi del metodo. Le iniziative formative si sono concretizzate in momenti di incontro con esperti provenienti dalla Finlandia (Prof. Kari Sirkka) e dalla Scozia (Prof.ssa Kay Wilkie) e in due corsi intensivi di 5 giorni, tenuti dal Prof. Rien Hejine, Università di Heerlen, Maastricht, Olanda. E’ iniziata dal maggio 2004 una supervisione metodologica da parte della Dott.ssa Antonella Lotti. Un ulteriore sostegno per la nostra esperienza didattica ci è offerto dagli scambi culturali con i corsi infermieristici delle università europee che utilizzano il PBL: Università di Heerlen, Maastricht, Olanda, Università di Pori, Finlandia, Università di Barcellona, Spagna. Il nostro Corso di Laurea è affiliato al network ENNE (European Network of Nursing Education), un gruppo di formatori provenienti esclusivamente da corsi infermieristici che utilizzano la metodologia.3. Revisione della pianificazione didattica: partendo dalla considerazione che l’inserimento del metodo può interessare uno o più corsi integrati, oppure un intero anno accademico o ancora tutto il percorso triennale, la nostra scelta si è orientata verso una graduale trasformazione del curriculum. Ad oggi in forza della collaborazione ed integrazione tra le discipline infermieristiche e quelle cliniche, applichiamo il PBL ai seguenti moduli: - 1° anno: moduli Introduzione all’Infermieristica Clinica e Clinica I; - 2° anno: moduli dell’Area Medica, dell’Area Chirurgica, dell’Area Materno infantile, dell’Area Medico Specialistica e dell’Area Comunità e Famiglia; - 3° anno: moduli dell’Area Psichiatrica e Salute mentale e dell’Area della Disabilità e Riabilitazione. Questa trasformazione ha richiesto un notevole sforzo didattico e organizzativo, basti pensare alla costruzione dei casi, delle relative guide per i tutor, senza dimenticare gli aspetti di gestione delle risorse umane e logistiche. La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie alla forte motivazione che anima i tutor e i docenti del nostro corso, che li ha portati ad impegnarsi con assiduità e determinazione.
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Didattica attiva per gli infermieri / P., Albinelli; K., Cottafavi; Ferri, Paola. - In: L'INFERMIERE. - ISSN 2038-0712. - STAMPA. - 6:(2004), pp. 6-7.
P., Albinelli; K., Cottafavi; Ferri, Paola
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