Le unità di terapia intensiva sono caratterizzate da una frequenza di infezioni nosocomiali più alta rispetto a quella osservata in altri reparti ospedalieri a causa dei numerosi fattori di rischio (gravità patologia, immunodepressione, manovre invasive, età avanzata) che caratterizzano i soggetti ricoverati in queste unità. A partire dal 2005 in HESPERIA HOSPITAL (Modena) è stato attivato un sistema di sorveglianza delle infezioni in TI allo scopo di quantificare le dimensioni del fenomeno, di riconoscere i principali fattori di rischio ed identificare le potenziali specifiche aree di intervento. I pazienti ricoverati per almeno 48 h sono stati sorvegliati per tutta la degenza fino a 3 giorni dopo la dimissione, raccogliendo le informazioni su una scheda appositamente ideata ed utilizzando le linee guida dei CDC americani per identificare i casi di infezione.Nel periodo aprile 2005-marzo 2007 sono stati arruolati 229 soggetti; di questi 73 (31.9%) hanno sviluppato infezioni (23.9 casi ogni 1000 giorni degenza in TI). IVU sono state osservate nel 17.0% dei pz; (15 casi ogni 1000 gg catetere), batteriemie/sepsi nel 13.1% dei soggetti, polmoniti nel 9.2% (14 casi ogni 1000 gg ventilazione meccanica) ed infezioni del sito chirurgico nel 3.5% dei ricoverati. I soggetti con infezione sono, rispetto ai soggetti non affetti, più anziani, hanno un indice SAPSII all’ammissione più elevato, e sono sottoposti a manovre invasive per periodi più lunghi. Anche la durata della degenza risulta significativamente prolungata così come aumenta il rischio di morte: decessi si verificano nel 21.9% dei soggetti con infezione e nel 9.0% dei soggetti privi di infezione.La conoscenza delle dimensioni del fenomeno e l’identificazione di aree di criticità/miglioramento, stanno stimolando la predisposizione di metodologie operative comuni e condivise e l’identificazione di specifici interventi mirati alla riduzione dell’incidenza delle infezioni: i risultati di tali attività potranno essere valutati nei prossimi periodi di osservazione
Attivazione di un sistema di sorveglianza delle infezioni in terapia intensiva – Hesperia Hospital Modena / Righi, Elena; Tucci, C; D’Apollo, N; De Santis, M; Ragazzi, S.. - In: GIIO GIORNALE ITALIANO DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE. - ISSN 1122-407X. - STAMPA. - 14:(2008), pp. 168-169. (Intervento presentato al convegno III congresso nazionale della Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (SIMPIOS) tenutosi a Grado nel 7-9 aprile).
Attivazione di un sistema di sorveglianza delle infezioni in terapia intensiva – Hesperia Hospital Modena.
RIGHI, Elena;
2008
Abstract
Le unità di terapia intensiva sono caratterizzate da una frequenza di infezioni nosocomiali più alta rispetto a quella osservata in altri reparti ospedalieri a causa dei numerosi fattori di rischio (gravità patologia, immunodepressione, manovre invasive, età avanzata) che caratterizzano i soggetti ricoverati in queste unità. A partire dal 2005 in HESPERIA HOSPITAL (Modena) è stato attivato un sistema di sorveglianza delle infezioni in TI allo scopo di quantificare le dimensioni del fenomeno, di riconoscere i principali fattori di rischio ed identificare le potenziali specifiche aree di intervento. I pazienti ricoverati per almeno 48 h sono stati sorvegliati per tutta la degenza fino a 3 giorni dopo la dimissione, raccogliendo le informazioni su una scheda appositamente ideata ed utilizzando le linee guida dei CDC americani per identificare i casi di infezione.Nel periodo aprile 2005-marzo 2007 sono stati arruolati 229 soggetti; di questi 73 (31.9%) hanno sviluppato infezioni (23.9 casi ogni 1000 giorni degenza in TI). IVU sono state osservate nel 17.0% dei pz; (15 casi ogni 1000 gg catetere), batteriemie/sepsi nel 13.1% dei soggetti, polmoniti nel 9.2% (14 casi ogni 1000 gg ventilazione meccanica) ed infezioni del sito chirurgico nel 3.5% dei ricoverati. I soggetti con infezione sono, rispetto ai soggetti non affetti, più anziani, hanno un indice SAPSII all’ammissione più elevato, e sono sottoposti a manovre invasive per periodi più lunghi. Anche la durata della degenza risulta significativamente prolungata così come aumenta il rischio di morte: decessi si verificano nel 21.9% dei soggetti con infezione e nel 9.0% dei soggetti privi di infezione.La conoscenza delle dimensioni del fenomeno e l’identificazione di aree di criticità/miglioramento, stanno stimolando la predisposizione di metodologie operative comuni e condivise e l’identificazione di specifici interventi mirati alla riduzione dell’incidenza delle infezioni: i risultati di tali attività potranno essere valutati nei prossimi periodi di osservazionePubblicazioni consigliate
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