OBIETTIVI: Abbiamo condotto uno studio multicentrico caso-controllo al fine di valutare il ruolo di alcuni elementi in traccia di interesse tossicologico e nutrizionale (cadmio, selenio, rame e zinco) ed altri fattori ambientali e comportamentali nell’eziopatogenesi della neoplasia prostatica. La valutazionedell’esposizione a tali elementi è stata effettuata misurandone le concentrazioni nelle unghie quali bioindicatori di esposizione a medio-lungo termine.METODI: Sia i casi che i controlli, appaiati per età, sono stati reclutati dalle unità operative di Bari e Modena presso le cliniche urologiche e quelle chirurgiche dei rispettivi policlinici universitari. La determinazione degli oligoelementi è stata effettuata, previo lavaggio e mineralizzazione delle unghie con HNO3 in forno amicroonde, mediante spettrofotometria di assorbimento atomico con atomizzazione in fornetto di grafite per cadmio, selenio e rame, e in fiamma per lo zinco. RISULTATI:Nella popolazione complessiva presa in esame, abbiamo osservato livelli medi più elevati sia di cadmio che di rame nei 45 casi rispetto ai 68 controlli, mentre non abbiamo riscontrato particolari differenze per selenio e zinco. Le concentrazionimedie nelle unghie dei casi e dei controlli sono risultate rispettivamente per il cadmio pari a 0,108 e 0,068μg/g e per il rame pari a 5,07 e 3,78μg/g, mentre per lo zinco abbiamo riscontrato una media di 119.06μg/g per i casi e 111.04μg/g neicontrolli. Abbiamo successivamente effettuato il calcolo dell’OR quale stima del rischio relativo, utilizzando le concentrazioni quali variabili continue (ptrend) nonché dicotomiche (con cut-off pari alla mediana nei controlli). Nella popolazione complessiva presa in esame, l’OR è risultato pari a 2.57 (p=0.026) per il cadmio, OR=1.31 (0.548) per il selenio, OR=1.3 (p=0.529) per ilrame ed infine OR=1.81 (p=0.161) per lo zinco. L’analisi sui valori continui ha inoltre suggerito una possibile relazione tra esposizione a rame e rischio di neoplasia prostatica.L’analisi dei dati disaggregati sotto il profilo geografico ha fattoemergere rilevanti differenze soprattutto per quanto riguardo il cadmio. I pazienti di Bari hanno infatti evidenziato concentrazioni medie pari a 0.168 μg/g contro i 0.045 μg/g dei controlli, mentre per i soggetti dell’unità modenese abbiamo osservato rispettivamente 0.042 e 0.08μg/g. Il selenio ha invece evidenziatoconcentrazioni medie pari a 0.466μg/g nei casi e 0.468μg/g nei controlli a Modena, mentre i corrispondenti valori per la popolazione barese sono risultati pari a 0.627μg/g e 0.583μg/g. Le concentrazioni di rame nella popolazione baresesono risultate, rispettivamente nei casi e nei controlli, pari a 4.72 e 4.08μg/g, mentre per i soggetti modenesi abbiamo riscontrato 5.43 e 3.66μg/g. Infine le concentrazioni di zinco riscontrate nei pazienti affetti da neoplasia prostatica sono risultate pari a 116.98μg/g nei pazienti di Bari e 115.67μg/g nei relativi controlli,con corrispondenti valori nella casistica modenese pari a 121.14μg/g e108.83μg/g. Per quanto riguarda i rischi relativi di neoplasia, gli unici incrementi di un certo rilievo sono relativi alla casistica di Bari in associazione all’esposizione a cadmio (p-trend 0.054) e nella popolazione di Modena in associazione all’esposizione a rame (p-trend 0.096) e zinco (p-trend 0.092).CONCLUSIONI:I nostri risultati, considerando le limitate dimensioni del campione, sembrano supportare l’ipotesi, già avanzata da altri Autori, che l’ esposizione a cadmio può esercitare un ruolo nell’eziopatogenesi della neoplasia prostatica, mentre non sonoemerse indicazioni che suggeriscano un coinvolgimento del selenio. Per quello che riguarda il rame e lo zinco è necessario approfondire i dati attraverso un ampliamento del campione.

Studio caso-controllo sui rapporti tra neoplasia prostatica e elementi in traccia / Bergomi, Margherita; Venturelli, Marianna; Serio, G; Bianchi, Giampaolo; Trerotoli, G; Sighinolfi, Maria Chiara; Malavolti, Marcella; Bonvicini, Francesca; Ferrari, Angela; Farinetti, Alberto; Vinceti, Marco; Castiglia, P; Sansebastiano, G; Vivoli, Gianfranco. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - STAMPA. - 38 Suppl.:(2005), pp. 318-318. (Intervento presentato al convegno IX Conferenza Nazionale di Sanità Pubblica - L’igienista nelle scelte strategiche e operative. tenutosi a Parma, Italy nel 13-15 ottobre 2005).

Studio caso-controllo sui rapporti tra neoplasia prostatica e elementi in traccia

BERGOMI, Margherita;VENTURELLI, Marianna;BIANCHI, Giampaolo;SIGHINOLFI, Maria Chiara;MALAVOLTI, Marcella;BONVICINI, Francesca;FERRARI, Angela;FARINETTI, Alberto;VINCETI, Marco;VIVOLI, Gianfranco
2005

Abstract

OBIETTIVI: Abbiamo condotto uno studio multicentrico caso-controllo al fine di valutare il ruolo di alcuni elementi in traccia di interesse tossicologico e nutrizionale (cadmio, selenio, rame e zinco) ed altri fattori ambientali e comportamentali nell’eziopatogenesi della neoplasia prostatica. La valutazionedell’esposizione a tali elementi è stata effettuata misurandone le concentrazioni nelle unghie quali bioindicatori di esposizione a medio-lungo termine.METODI: Sia i casi che i controlli, appaiati per età, sono stati reclutati dalle unità operative di Bari e Modena presso le cliniche urologiche e quelle chirurgiche dei rispettivi policlinici universitari. La determinazione degli oligoelementi è stata effettuata, previo lavaggio e mineralizzazione delle unghie con HNO3 in forno amicroonde, mediante spettrofotometria di assorbimento atomico con atomizzazione in fornetto di grafite per cadmio, selenio e rame, e in fiamma per lo zinco. RISULTATI:Nella popolazione complessiva presa in esame, abbiamo osservato livelli medi più elevati sia di cadmio che di rame nei 45 casi rispetto ai 68 controlli, mentre non abbiamo riscontrato particolari differenze per selenio e zinco. Le concentrazionimedie nelle unghie dei casi e dei controlli sono risultate rispettivamente per il cadmio pari a 0,108 e 0,068μg/g e per il rame pari a 5,07 e 3,78μg/g, mentre per lo zinco abbiamo riscontrato una media di 119.06μg/g per i casi e 111.04μg/g neicontrolli. Abbiamo successivamente effettuato il calcolo dell’OR quale stima del rischio relativo, utilizzando le concentrazioni quali variabili continue (ptrend) nonché dicotomiche (con cut-off pari alla mediana nei controlli). Nella popolazione complessiva presa in esame, l’OR è risultato pari a 2.57 (p=0.026) per il cadmio, OR=1.31 (0.548) per il selenio, OR=1.3 (p=0.529) per ilrame ed infine OR=1.81 (p=0.161) per lo zinco. L’analisi sui valori continui ha inoltre suggerito una possibile relazione tra esposizione a rame e rischio di neoplasia prostatica.L’analisi dei dati disaggregati sotto il profilo geografico ha fattoemergere rilevanti differenze soprattutto per quanto riguardo il cadmio. I pazienti di Bari hanno infatti evidenziato concentrazioni medie pari a 0.168 μg/g contro i 0.045 μg/g dei controlli, mentre per i soggetti dell’unità modenese abbiamo osservato rispettivamente 0.042 e 0.08μg/g. Il selenio ha invece evidenziatoconcentrazioni medie pari a 0.466μg/g nei casi e 0.468μg/g nei controlli a Modena, mentre i corrispondenti valori per la popolazione barese sono risultati pari a 0.627μg/g e 0.583μg/g. Le concentrazioni di rame nella popolazione baresesono risultate, rispettivamente nei casi e nei controlli, pari a 4.72 e 4.08μg/g, mentre per i soggetti modenesi abbiamo riscontrato 5.43 e 3.66μg/g. Infine le concentrazioni di zinco riscontrate nei pazienti affetti da neoplasia prostatica sono risultate pari a 116.98μg/g nei pazienti di Bari e 115.67μg/g nei relativi controlli,con corrispondenti valori nella casistica modenese pari a 121.14μg/g e108.83μg/g. Per quanto riguarda i rischi relativi di neoplasia, gli unici incrementi di un certo rilievo sono relativi alla casistica di Bari in associazione all’esposizione a cadmio (p-trend 0.054) e nella popolazione di Modena in associazione all’esposizione a rame (p-trend 0.096) e zinco (p-trend 0.092).CONCLUSIONI:I nostri risultati, considerando le limitate dimensioni del campione, sembrano supportare l’ipotesi, già avanzata da altri Autori, che l’ esposizione a cadmio può esercitare un ruolo nell’eziopatogenesi della neoplasia prostatica, mentre non sonoemerse indicazioni che suggeriscano un coinvolgimento del selenio. Per quello che riguarda il rame e lo zinco è necessario approfondire i dati attraverso un ampliamento del campione.
2005
38 Suppl.
318
318
Bergomi, Margherita; Venturelli, Marianna; Serio, G; Bianchi, Giampaolo; Trerotoli, G; Sighinolfi, Maria Chiara; Malavolti, Marcella; Bonvicini, Francesca; Ferrari, Angela; Farinetti, Alberto; Vinceti, Marco; Castiglia, P; Sansebastiano, G; Vivoli, Gianfranco
Studio caso-controllo sui rapporti tra neoplasia prostatica e elementi in traccia / Bergomi, Margherita; Venturelli, Marianna; Serio, G; Bianchi, Giampaolo; Trerotoli, G; Sighinolfi, Maria Chiara; Malavolti, Marcella; Bonvicini, Francesca; Ferrari, Angela; Farinetti, Alberto; Vinceti, Marco; Castiglia, P; Sansebastiano, G; Vivoli, Gianfranco. - In: PANORAMA DELLA SANITÀ. - ISSN 1827-8140. - STAMPA. - 38 Suppl.:(2005), pp. 318-318. (Intervento presentato al convegno IX Conferenza Nazionale di Sanità Pubblica - L’igienista nelle scelte strategiche e operative. tenutosi a Parma, Italy nel 13-15 ottobre 2005).
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