La struttura di corporate governance appare un fattore rilevante nella politica patrimoniale delle banche quotate italiane, politica intesa come combinazione fra ritenzione utili e finanziamento azionario. Il ruolo di questo fattore risulta più marcato per le banche captive e per le banche popolari: nelle prime la crescita dei mezzi propri è affidata quasi esclusivamente al canale interno, nelle seconde prevale invece il canale esterno. Se logiche di gruppo possono dar conto del modello di politica patrimoniale assunto dalle banche captive, c’è da chiedersi quali siano le ragioni del maggior finanziamento azionario delle popolari rispetto alle banche Spa indipendenti, al di là di eventuali differenze, spesso transitorie, nei livelli di redditività e negli obiettivi di crescita. Soprattutto se la natura di banca popolare, con i suoi elementi costitutivi rappresentati dal voto capitario e dai limiti alla quota di partecipazione individuale al capitale, renda strutturalmente più agevole la crescita dei mezzi propri tramite il canale esterno. Da questo punto di vista, non v’è dubbio che il frazionamento della compagine sociale e l’assenza di un assetto proprietario di controllo da preservare siano elementi in grado di ridurre i vincoli all’emissione di nuove azioni a pagamento. Meno certa è invece l’influenza di questi stessi elementi su un altro ostacolo potenziale al ricorso ai soci: la reazione del mercato azionario. La verifica empirica dell’andamento dei prezzi azionari all’annuncio dell’aumento di capitale mostra come, a fronte di reazioni anomale negative e significative per il complesso degli aumenti a pagamento tramite l’emissione di azioni ordinarie, anche insieme a obbligazioni convertibili e warrant, sia proprio il campione relativo alle banche popolari a registrare le flessioni più pronunciate e maggiormente significative. Dall’analisi effettuata non è possibile attribuire la diversa reazione a differenze nella percezione del mercato circa l’opportunismo degli insider o il rischio di sopra valutazione delle azioni. Resta il fatto che entrambe le motivazioni chiamano in causa la diversa struttura di governance e costituiscono un ostacolo effettivo al collocamento diretto di azioni da parte delle banche popolari. Proprio nella coscienza di questo impedimento e nella volontà di superarlo potrebbe risiedere l’origine del particolare rilievo assunto dalle obbligazioni subordinate convertibili nella politica patrimoniale delle banche popolari.

Il finanziamento azionario delle banche quotate: aspetti di corporate governance / Ferretti, Riccardo. - In: BANCA IMPRESA SOCIETÀ. - ISSN 1120-9453. - STAMPA. - n.1, Aprile:(2004), pp. 117-145.

Il finanziamento azionario delle banche quotate: aspetti di corporate governance.

FERRETTI, Riccardo
2004

Abstract

La struttura di corporate governance appare un fattore rilevante nella politica patrimoniale delle banche quotate italiane, politica intesa come combinazione fra ritenzione utili e finanziamento azionario. Il ruolo di questo fattore risulta più marcato per le banche captive e per le banche popolari: nelle prime la crescita dei mezzi propri è affidata quasi esclusivamente al canale interno, nelle seconde prevale invece il canale esterno. Se logiche di gruppo possono dar conto del modello di politica patrimoniale assunto dalle banche captive, c’è da chiedersi quali siano le ragioni del maggior finanziamento azionario delle popolari rispetto alle banche Spa indipendenti, al di là di eventuali differenze, spesso transitorie, nei livelli di redditività e negli obiettivi di crescita. Soprattutto se la natura di banca popolare, con i suoi elementi costitutivi rappresentati dal voto capitario e dai limiti alla quota di partecipazione individuale al capitale, renda strutturalmente più agevole la crescita dei mezzi propri tramite il canale esterno. Da questo punto di vista, non v’è dubbio che il frazionamento della compagine sociale e l’assenza di un assetto proprietario di controllo da preservare siano elementi in grado di ridurre i vincoli all’emissione di nuove azioni a pagamento. Meno certa è invece l’influenza di questi stessi elementi su un altro ostacolo potenziale al ricorso ai soci: la reazione del mercato azionario. La verifica empirica dell’andamento dei prezzi azionari all’annuncio dell’aumento di capitale mostra come, a fronte di reazioni anomale negative e significative per il complesso degli aumenti a pagamento tramite l’emissione di azioni ordinarie, anche insieme a obbligazioni convertibili e warrant, sia proprio il campione relativo alle banche popolari a registrare le flessioni più pronunciate e maggiormente significative. Dall’analisi effettuata non è possibile attribuire la diversa reazione a differenze nella percezione del mercato circa l’opportunismo degli insider o il rischio di sopra valutazione delle azioni. Resta il fatto che entrambe le motivazioni chiamano in causa la diversa struttura di governance e costituiscono un ostacolo effettivo al collocamento diretto di azioni da parte delle banche popolari. Proprio nella coscienza di questo impedimento e nella volontà di superarlo potrebbe risiedere l’origine del particolare rilievo assunto dalle obbligazioni subordinate convertibili nella politica patrimoniale delle banche popolari.
2004
n.1, Aprile
117
145
Il finanziamento azionario delle banche quotate: aspetti di corporate governance / Ferretti, Riccardo. - In: BANCA IMPRESA SOCIETÀ. - ISSN 1120-9453. - STAMPA. - n.1, Aprile:(2004), pp. 117-145.
Ferretti, Riccardo
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