Con la circolare 7 aprile 1998, n. 43, il Ministero del lavoro ha chiarito alcuni rilevanti dubbi interpretativi circa la disciplina giuridica del contratto di lavoro ripartito o job sharing riconoscendone la piena legittimità anche nel nostro ordinamento. Sorto negli Stati Uniti sul finire degli anni Sessanta e ora espressamente riconosciuto dalla legislazione dei principali Paesi europei, il job sharing è riconducibile a una più generale tendenza alla modernizzazione della normativa vigente in materia di contratto di lavoro. Questa peculiare forma di lavoro – non assimilabile alla pura e semplice suddivisione di un posto di lavoro a tempo pieno tra due contratti di lavoro a tempo parziale – si presenta infatti come uno strumento di flessibilizzazione del rapporto di lavoro particolarmente vantaggioso sia per le imprese, posto che garantisce normalmente una maggiore intensità e produttività del lavoro e riduce l’assenteismo per malattia, sia per gli stessi lavoratori, a cui viene contrattualmente garantita la possibilità di una migliore gestione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.
La disciplina del job sharing nell’ordinamento giuridico italiano / Tiraboschi, Michele. - In: DIRITTO E PRATICA DEL LAVORO. - ISSN 1591-2132. - STAMPA. - XV:22(1998), pp. 1405-1410.
La disciplina del job sharing nell’ordinamento giuridico italiano
TIRABOSCHI, Michele
1998
Abstract
Con la circolare 7 aprile 1998, n. 43, il Ministero del lavoro ha chiarito alcuni rilevanti dubbi interpretativi circa la disciplina giuridica del contratto di lavoro ripartito o job sharing riconoscendone la piena legittimità anche nel nostro ordinamento. Sorto negli Stati Uniti sul finire degli anni Sessanta e ora espressamente riconosciuto dalla legislazione dei principali Paesi europei, il job sharing è riconducibile a una più generale tendenza alla modernizzazione della normativa vigente in materia di contratto di lavoro. Questa peculiare forma di lavoro – non assimilabile alla pura e semplice suddivisione di un posto di lavoro a tempo pieno tra due contratti di lavoro a tempo parziale – si presenta infatti come uno strumento di flessibilizzazione del rapporto di lavoro particolarmente vantaggioso sia per le imprese, posto che garantisce normalmente una maggiore intensità e produttività del lavoro e riduce l’assenteismo per malattia, sia per gli stessi lavoratori, a cui viene contrattualmente garantita la possibilità di una migliore gestione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.Pubblicazioni consigliate
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