Lo studio palinologico e geoarcheologico di due strutture per la captazione dell’acqua (pozzi) rinvenute durante gli scavi nella Terramara Santa Rosa di Poviglio (Fig. 1) ha permesso di ottenere dettagli sull’ambiente, l’uso del suolo e lo sfruttamento del territorio di una civiltà che occupò la Pianura Padana approssimativamente tra 3600 e 3200 anni fa. Quest’indagine rientra nell’ambito del progetto interdisciplinare SUCCESSO-TERRA (PRIN- 20158KBLNB; coord. Mauro Cremaschi - Andrea Zerboni, Università degli Studi di Milano) volto ad indagare i cambiamenti ambientali e culturali avvenuti nell’area Padana nell’Età del Bronzo. I pozzi campionati (UUSS 2106 e 6170) sono situati rispettivamente nella recinzione dell’abitato e al margine settentrionale del fossato che separa i due villaggi costituenti la Terramare. Sono stati prelevati e analizzati 25 campioni pollinici di cui 15 dal pozzo US 2106 (datato dal BM3 al BR1) e 10 dalla struttura US 6170 (datato BR2/BR1). I risultati ottenuti dall’analisi pollinica (Fig. 2) hanno fornito informazioni sulle condizioni di vita e l’uso di risorse vegetali durante le fasi di vita della Terramare e la fase ad essa immediatamente successiva. In accordo con il quadro generale delle ricerche palinologiche sulle Terramare e in particolare sulla base di quanto noto presso Santa Rosa, è emersa una diminuzione brusca del bosco, in particolare boschi igrofili, nella fase finale del Bronzo Recente. Il calo di polline di piante igrofile accompagna questa fase indicando un incremento locale di aridità. Questo evento è registrato in diversi archivi biostratigrafici, idrologici e sedimentari dell’arco alpino e permette, quindi, di supporre che un calo nella disponibilità di acqua nei suoli deve aver avuto ripercussioni sugli ecosistemi e sulle condizioni di vita degli abitanti della Pianura Padana. Il calo di polline di piante arboree denota, inoltre, un impatto delle attività antropiche nell’area, dovuto all’aumento demografico della popolazione e al conseguente aumento della richiesta di materie prime per la costruzione e di spazi da dedicare all’agricoltura. Le analisi polliniche mostrano anche una variazione nella tipologia di cereali coltivati in queste fasi, con il passaggio da specie a maggiore esigenza idrica (ad esempio, il frumento) a specie meno esigenti (ad esempio, orzo e miglio), confermando l’avvento di una fase più arida. Questa fase di aridità, unita a una minore fertilità del terreno dovuta al sovra-sfruttamento, deve aver favorito l’espandersi di aree dedicate a pascolo piuttosto che a coltivazioni. Il caso delle Terramare risulta pertanto un riferimento per la nostra condizione attuale in cui lo sfruttamento non sostenibile sta modificando gli ecosistemi in cui viviamo, con ripercussioni sul nostro stile di vita, sulla nostra salute e sulle nostre abitudini.

L’ambiente delle terramare: territorio e vita di una popolazione dell’età del bronzo ricostruiti tramite la palinologia / Zappa, J.; Clo', E.; Florenzano, A.; Torri, P.; Furia, E.; Montecchi, M. C.; Mercuri, A. M.; Zerboni, A.; Cremaschi, M.. - (2020), p. 169. (Intervento presentato al convegno 115° Congresso S.B.I. tenutosi a Online nel 9 – 11 settembre 2020).

L’ambiente delle terramare: territorio e vita di una popolazione dell’età del bronzo ricostruiti tramite la palinologia

Zappa J.;Clo' E.;Florenzano A.;Torri P.;Furia E.;Montecchi M. C.;Mercuri A. M.;Cremaschi M.
2020

Abstract

Lo studio palinologico e geoarcheologico di due strutture per la captazione dell’acqua (pozzi) rinvenute durante gli scavi nella Terramara Santa Rosa di Poviglio (Fig. 1) ha permesso di ottenere dettagli sull’ambiente, l’uso del suolo e lo sfruttamento del territorio di una civiltà che occupò la Pianura Padana approssimativamente tra 3600 e 3200 anni fa. Quest’indagine rientra nell’ambito del progetto interdisciplinare SUCCESSO-TERRA (PRIN- 20158KBLNB; coord. Mauro Cremaschi - Andrea Zerboni, Università degli Studi di Milano) volto ad indagare i cambiamenti ambientali e culturali avvenuti nell’area Padana nell’Età del Bronzo. I pozzi campionati (UUSS 2106 e 6170) sono situati rispettivamente nella recinzione dell’abitato e al margine settentrionale del fossato che separa i due villaggi costituenti la Terramare. Sono stati prelevati e analizzati 25 campioni pollinici di cui 15 dal pozzo US 2106 (datato dal BM3 al BR1) e 10 dalla struttura US 6170 (datato BR2/BR1). I risultati ottenuti dall’analisi pollinica (Fig. 2) hanno fornito informazioni sulle condizioni di vita e l’uso di risorse vegetali durante le fasi di vita della Terramare e la fase ad essa immediatamente successiva. In accordo con il quadro generale delle ricerche palinologiche sulle Terramare e in particolare sulla base di quanto noto presso Santa Rosa, è emersa una diminuzione brusca del bosco, in particolare boschi igrofili, nella fase finale del Bronzo Recente. Il calo di polline di piante igrofile accompagna questa fase indicando un incremento locale di aridità. Questo evento è registrato in diversi archivi biostratigrafici, idrologici e sedimentari dell’arco alpino e permette, quindi, di supporre che un calo nella disponibilità di acqua nei suoli deve aver avuto ripercussioni sugli ecosistemi e sulle condizioni di vita degli abitanti della Pianura Padana. Il calo di polline di piante arboree denota, inoltre, un impatto delle attività antropiche nell’area, dovuto all’aumento demografico della popolazione e al conseguente aumento della richiesta di materie prime per la costruzione e di spazi da dedicare all’agricoltura. Le analisi polliniche mostrano anche una variazione nella tipologia di cereali coltivati in queste fasi, con il passaggio da specie a maggiore esigenza idrica (ad esempio, il frumento) a specie meno esigenti (ad esempio, orzo e miglio), confermando l’avvento di una fase più arida. Questa fase di aridità, unita a una minore fertilità del terreno dovuta al sovra-sfruttamento, deve aver favorito l’espandersi di aree dedicate a pascolo piuttosto che a coltivazioni. Il caso delle Terramare risulta pertanto un riferimento per la nostra condizione attuale in cui lo sfruttamento non sostenibile sta modificando gli ecosistemi in cui viviamo, con ripercussioni sul nostro stile di vita, sulla nostra salute e sulle nostre abitudini.
2020
115° Congresso S.B.I.
Online
9 – 11 settembre 2020
Zappa, J.; Clo', E.; Florenzano, A.; Torri, P.; Furia, E.; Montecchi, M. C.; Mercuri, A. M.; Zerboni, A.; Cremaschi, M.
L’ambiente delle terramare: territorio e vita di una popolazione dell’età del bronzo ricostruiti tramite la palinologia / Zappa, J.; Clo', E.; Florenzano, A.; Torri, P.; Furia, E.; Montecchi, M. C.; Mercuri, A. M.; Zerboni, A.; Cremaschi, M.. - (2020), p. 169. (Intervento presentato al convegno 115° Congresso S.B.I. tenutosi a Online nel 9 – 11 settembre 2020).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1210025
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