Introduzione. Il bullismo è un fenomeno presente anche in bambini di scuola primaria e risulta particolarmente insidioso quando è rivolto a persone appartenenti a gruppi svantaggiati che soffrono già di episodi di discriminazione, come ad esempio i disabili. Per indagare questo fenomeno e, in particolare, come sia possibile arginarlo, abbiamo condotto un intervento basato sul contatto immaginato, secondo cui immaginare un incontro positivo con membri dell’outgroup è sufficiente per migliorare gli atteggiamenti intergruppi (Crisp & Turner, 2012). Metodo. L’intervento, condotto su 215 bambini di scuola primaria (M = 8.80, SD = 1.35; 106 maschi, 109 femmine), aveva l’obiettivo di verificare l’efficacia del contatto immaginato sia rispetto al tema del pregiudizio nei confronti dei bambini disabili, sia rispetto a comportamenti di bullismo nei loro confronti. In particolare, eravamo interessati a stimolare le reazioni dei bambini qualora si fossero trovati di fronte ad un atto di bullismo nei confronti di un coetaneo disabile. Nella condizione sperimentale (108 partecipanti, 57 maschi, 51 femmine) abbiamo condotto tre incontri, ciascuno dei quali diviso in due fasi: nella prima il bambino doveva immaginare di fare amicizia con un coetaneo in sedia a rotelle; nella seconda, doveva immaginare che questo coetaneo fosse preso in giro (primo incontro), escluso socialmente (secondo incontro), insultato apertamente (terzo 34 incontro). Nella condizione di controllo (107 partecipanti, 49 maschi, 58 femmine), i bambini non svolgevano alcuna attività. La valutazione dell’intervento è stata effettuata con un questionario somministrato a una settimana dall’ultimo incontro. Risultati. I risultati, ottenuti conducendo una serie di ANOVA a una via, hanno evidenziato un forte effetto dell’intervento sulla valutazione dei bambini disabili in sedia a rotelle e sul decentramento dal proprio gruppo: i normodotati sono stati valutati peggio nella condizione sperimentale rispetto alla condizione di controllo. È da notare che gli effetti non si estendevano alla valutazione di bambini con altre disabilità (ad esempio, ciechi) e ai disabili in generale. L’intervento ha aumentato il desiderio di avere in futuro rapporti con bambini disabili in sedia a rotelle. Si sono inoltre osservati effetti sulla vicinanza psicologia ai bambini disabili e sull’empatia affettiva nei loro confronti, ma non su quella cognitiva: la capacità di mettersi nei panni dei bambini disabili non era diversa tra le due condizioni. L’intervento ha prodotto effetti sull’intenzione di reagire in presenza di esclusione sociale di bambini in sedia a rotelle, ma non sull’intenzione di reagire a insulti a bambini in sedia a rotelle, anche se si è ottenuto un effetto indiretto su quest’ultima variabile tramite la vicinanza psicologica. Conclusione. L’intervento ha permesso di dimostrare l’efficacia della strategia del contatto immaginato sulle valutazioni dei disabili e, soprattutto, sull’intenzione di reagire ad atti di bullismo nei loro confronti. Un limite per l’interpretazione dei risultati è tuttavia determinato dall’assenza di un pre-test.

Contatto immaginato e bullismo pregiudiziale: un intervento con bambini di scuola primaria / Cadamuro, Alessia; Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Stathi, Sofia; Crisp, Richard J.. - (2017). (Intervento presentato al convegno XXX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Associazione Italiana di Psicologia tenutosi a Messina nel 14-16 Settembre 2017).

Contatto immaginato e bullismo pregiudiziale: un intervento con bambini di scuola primaria

CADAMURO, Alessia;VEZZALI, Loris;DI BERNARDO, GIAN ANTONIO;STATHI, SOFIA;
2017

Abstract

Introduzione. Il bullismo è un fenomeno presente anche in bambini di scuola primaria e risulta particolarmente insidioso quando è rivolto a persone appartenenti a gruppi svantaggiati che soffrono già di episodi di discriminazione, come ad esempio i disabili. Per indagare questo fenomeno e, in particolare, come sia possibile arginarlo, abbiamo condotto un intervento basato sul contatto immaginato, secondo cui immaginare un incontro positivo con membri dell’outgroup è sufficiente per migliorare gli atteggiamenti intergruppi (Crisp & Turner, 2012). Metodo. L’intervento, condotto su 215 bambini di scuola primaria (M = 8.80, SD = 1.35; 106 maschi, 109 femmine), aveva l’obiettivo di verificare l’efficacia del contatto immaginato sia rispetto al tema del pregiudizio nei confronti dei bambini disabili, sia rispetto a comportamenti di bullismo nei loro confronti. In particolare, eravamo interessati a stimolare le reazioni dei bambini qualora si fossero trovati di fronte ad un atto di bullismo nei confronti di un coetaneo disabile. Nella condizione sperimentale (108 partecipanti, 57 maschi, 51 femmine) abbiamo condotto tre incontri, ciascuno dei quali diviso in due fasi: nella prima il bambino doveva immaginare di fare amicizia con un coetaneo in sedia a rotelle; nella seconda, doveva immaginare che questo coetaneo fosse preso in giro (primo incontro), escluso socialmente (secondo incontro), insultato apertamente (terzo 34 incontro). Nella condizione di controllo (107 partecipanti, 49 maschi, 58 femmine), i bambini non svolgevano alcuna attività. La valutazione dell’intervento è stata effettuata con un questionario somministrato a una settimana dall’ultimo incontro. Risultati. I risultati, ottenuti conducendo una serie di ANOVA a una via, hanno evidenziato un forte effetto dell’intervento sulla valutazione dei bambini disabili in sedia a rotelle e sul decentramento dal proprio gruppo: i normodotati sono stati valutati peggio nella condizione sperimentale rispetto alla condizione di controllo. È da notare che gli effetti non si estendevano alla valutazione di bambini con altre disabilità (ad esempio, ciechi) e ai disabili in generale. L’intervento ha aumentato il desiderio di avere in futuro rapporti con bambini disabili in sedia a rotelle. Si sono inoltre osservati effetti sulla vicinanza psicologia ai bambini disabili e sull’empatia affettiva nei loro confronti, ma non su quella cognitiva: la capacità di mettersi nei panni dei bambini disabili non era diversa tra le due condizioni. L’intervento ha prodotto effetti sull’intenzione di reagire in presenza di esclusione sociale di bambini in sedia a rotelle, ma non sull’intenzione di reagire a insulti a bambini in sedia a rotelle, anche se si è ottenuto un effetto indiretto su quest’ultima variabile tramite la vicinanza psicologica. Conclusione. L’intervento ha permesso di dimostrare l’efficacia della strategia del contatto immaginato sulle valutazioni dei disabili e, soprattutto, sull’intenzione di reagire ad atti di bullismo nei loro confronti. Un limite per l’interpretazione dei risultati è tuttavia determinato dall’assenza di un pre-test.
2017
XXX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Associazione Italiana di Psicologia
Messina
14-16 Settembre 2017
Cadamuro, Alessia; Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Stathi, Sofia; Crisp, Richard J.
Contatto immaginato e bullismo pregiudiziale: un intervento con bambini di scuola primaria / Cadamuro, Alessia; Vezzali, Loris; DI BERNARDO, GIAN ANTONIO; Stathi, Sofia; Crisp, Richard J.. - (2017). (Intervento presentato al convegno XXX Congresso Nazionale della Sezione di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Associazione Italiana di Psicologia tenutosi a Messina nel 14-16 Settembre 2017).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1145336
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