La diffusione sociale della comodità è intimamente legata alla profonda trasformazione tecnica da strumenti artigianali (ipotecnologia) all’ingegneria e chimica industriale (ipertecnologia). In contesto ipotecnologico, l’operatore progetta ed esegue abilmente; le energie utilizzate sono generate da flussi di acqua o vento oppure dello sforzo umano o animale; la filiera tecnica, comprensiva di materiali, strumenti e competenze è in massima parte localizzata; i prodotti sono tendenzialmente unici; la trasmissione del sapere è pratica e incorporata; l’impatto sull’ambiente contenuto; l’autonomia tec- nica garantita dal tessuto sociale e dal suo territorio. L’ipertecnologia scinde progetta- zione ed esecuzione (spesso banale e ripetitiva); si affida ai carburanti fossili e alla elet- tricità come fonti energetiche; delocalizza la produzione, frammentandola e globaliz- zandola; genera prodotti seriali; la trasmissione del sapere è astratta; inquina; rende il tessuto sociale dipendente da servizi, strumenti e materiali che non controlla. Questa epocale trasformazione nei processi tecnici con- sente di sottomettere la natura in profondità minimizzando lo sforzo umano: il comfort da privilegio elitario si diffonde ad ampi settori del corpo sociale.
Comodità/fatica / Boni, Stefano. - In: ANTROPOLOGIA MUSEALE. - ISSN 1971-4815. - STAMPA. - 12:34/36(2013), pp. 59-61.
Comodità/fatica
BONI, Stefano
2013
Abstract
La diffusione sociale della comodità è intimamente legata alla profonda trasformazione tecnica da strumenti artigianali (ipotecnologia) all’ingegneria e chimica industriale (ipertecnologia). In contesto ipotecnologico, l’operatore progetta ed esegue abilmente; le energie utilizzate sono generate da flussi di acqua o vento oppure dello sforzo umano o animale; la filiera tecnica, comprensiva di materiali, strumenti e competenze è in massima parte localizzata; i prodotti sono tendenzialmente unici; la trasmissione del sapere è pratica e incorporata; l’impatto sull’ambiente contenuto; l’autonomia tec- nica garantita dal tessuto sociale e dal suo territorio. L’ipertecnologia scinde progetta- zione ed esecuzione (spesso banale e ripetitiva); si affida ai carburanti fossili e alla elet- tricità come fonti energetiche; delocalizza la produzione, frammentandola e globaliz- zandola; genera prodotti seriali; la trasmissione del sapere è astratta; inquina; rende il tessuto sociale dipendente da servizi, strumenti e materiali che non controlla. Questa epocale trasformazione nei processi tecnici con- sente di sottomettere la natura in profondità minimizzando lo sforzo umano: il comfort da privilegio elitario si diffonde ad ampi settori del corpo sociale.File | Dimensione | Formato | |
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