La prevenzione diffusa realizzata attraverso buone politiche sociali e quella che deriva da altrettanto buone politiche di dissuasione, non vanno contrapposte, ma debbono creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno. Non esiste contrasto e soprattutto non devono esserci competizione e concorrenza tra le politiche dello stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e come tale deve essere intesa da tutti, nelle azioni condotte da organismi statali ed in quelle delle autonomie locali. Le autonomie locali considerano insufficiente il coordinamento (art. 118 Cost) inteso come "convergenza", organicamente intesa, verso il risultato. La necessaria sussidiarietà del contrasto e del contenimento presuppone che le altre politiche siano inadeguate ma non bisogna aspettare, per intervenire nelle specifiche situazioni, che le politiche sociali abbiano, per così dire, "mancato l’obiettivo". La prevenzione presuppone chiarezza su dove possono avere successo le une e dove possono averlo le altre, senza aspettare insuccessi legati all'uso dello strumento errato. In questo sta lo snodo della nuova idea di sicurezza, in partenariato con gli organi statali, portata avanti dal governo locale. Tutti i soggetti decidono insieme e preventivamente gli assi strategici e gli interventi mirati, sia pure nel rispetto delle competenze e prerogative di ognuno, per poi operare insieme. Deve sapersi da subito dove si interviene in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, che, resi costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Questo, è ovvio, comporta rinnovati approcci al problema. Il ruolo della polizia municipale diventa essenziale per svolgere coerentemente la funzione di presidio, ad un tempo amministrativo in senso generale e di polizia locale in particolare, a fronte di compiti resi più vasti e complicati dalle trasformazioni della società e dal progressivo accentuarsi della complessità delle relazioni, dal carattere più aggressivo dei fenomeni di devianza e di illegalità e dal maggiore bisogno di presidio del territorio. Occorre affrettare l’iter parlamentare della legge di riforma, modificare le dotazioni degli strumenti, non perché siano cambiati il ruolo e le funzioni, ma perché si è evoluto il contesto. Il nuovo imporsi del tema sicurezza all’attenzione dei cittadini è assecondato dai protocolli di sicurezza per il coordinamento fra Prefetto e Sindaco, che valorizzano il ruolo preventivo delle politiche comunali e l'attenzione all'aggiornamento coordinato alle nuove esigenze. della Polizia municipale e delle altre Forze di polizia, Lo strumento consente di governare assieme taluni processi e, soprattutto, di adeguare gli interventi in modo coordinato ed aggiornato rispetto alle trasformazioni, spesso significative e repentine, che incidono profondamente sui processi sociali. Anche il rapporto fra presenza clandestina e criminalità diffusa ha evidenziato quanto sia delicato far fronte a fenomeni nuovi. Il problema dei Centri di permanenza sta vivendo una nuova dimensione locale e nazionale e deve portare a costruire una nuova idea di trattenimento, legata di più alla deriva che il fenomeno mostra in direzione dei fenomeni degenerativi del tessuto sociale e di meno al dato formale della mancanza di documenti. Occorre superare quanto impedisce di selezionare, in vista dell'allontanamento, solo coloro che creano problemi per la sicurezza, distinguendoli nettamente dai soggetti socialmente deboli, superando quanto imoedisce la salvaguardia di persone che vivono la loro fragilità sociale come fallimento di una speranza.

Non c'è contrasto fra welfare e sicurezza / Pighi, Giorgio. - In: ITALIA OGGI. - ISSN 1120-6063. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 21-21. (Intervento presentato al convegno Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, sugli indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull'organizzazione e il funzionamento delle forze di polizia, tenutosi a Roma nel 4 dicembre 2007).

Non c'è contrasto fra welfare e sicurezza

PIGHI, Giorgio
2007

Abstract

La prevenzione diffusa realizzata attraverso buone politiche sociali e quella che deriva da altrettanto buone politiche di dissuasione, non vanno contrapposte, ma debbono creare un sistema capace di far fronte alle nuove caratteristiche del fenomeno. Non esiste contrasto e soprattutto non devono esserci competizione e concorrenza tra le politiche dello stato sociale e quelle della sicurezza, in quanto la sicurezza entra a pieno titolo nella politica di welfare e come tale deve essere intesa da tutti, nelle azioni condotte da organismi statali ed in quelle delle autonomie locali. Le autonomie locali considerano insufficiente il coordinamento (art. 118 Cost) inteso come "convergenza", organicamente intesa, verso il risultato. La necessaria sussidiarietà del contrasto e del contenimento presuppone che le altre politiche siano inadeguate ma non bisogna aspettare, per intervenire nelle specifiche situazioni, che le politiche sociali abbiano, per così dire, "mancato l’obiettivo". La prevenzione presuppone chiarezza su dove possono avere successo le une e dove possono averlo le altre, senza aspettare insuccessi legati all'uso dello strumento errato. In questo sta lo snodo della nuova idea di sicurezza, in partenariato con gli organi statali, portata avanti dal governo locale. Tutti i soggetti decidono insieme e preventivamente gli assi strategici e gli interventi mirati, sia pure nel rispetto delle competenze e prerogative di ognuno, per poi operare insieme. Deve sapersi da subito dove si interviene in un modo e dove in un altro, in un quadro condiviso da tutti gli attori, che, resi costantemente responsabili, fanno la loro parte, valorizzando la specializzazione di ognuno. Questo, è ovvio, comporta rinnovati approcci al problema. Il ruolo della polizia municipale diventa essenziale per svolgere coerentemente la funzione di presidio, ad un tempo amministrativo in senso generale e di polizia locale in particolare, a fronte di compiti resi più vasti e complicati dalle trasformazioni della società e dal progressivo accentuarsi della complessità delle relazioni, dal carattere più aggressivo dei fenomeni di devianza e di illegalità e dal maggiore bisogno di presidio del territorio. Occorre affrettare l’iter parlamentare della legge di riforma, modificare le dotazioni degli strumenti, non perché siano cambiati il ruolo e le funzioni, ma perché si è evoluto il contesto. Il nuovo imporsi del tema sicurezza all’attenzione dei cittadini è assecondato dai protocolli di sicurezza per il coordinamento fra Prefetto e Sindaco, che valorizzano il ruolo preventivo delle politiche comunali e l'attenzione all'aggiornamento coordinato alle nuove esigenze. della Polizia municipale e delle altre Forze di polizia, Lo strumento consente di governare assieme taluni processi e, soprattutto, di adeguare gli interventi in modo coordinato ed aggiornato rispetto alle trasformazioni, spesso significative e repentine, che incidono profondamente sui processi sociali. Anche il rapporto fra presenza clandestina e criminalità diffusa ha evidenziato quanto sia delicato far fronte a fenomeni nuovi. Il problema dei Centri di permanenza sta vivendo una nuova dimensione locale e nazionale e deve portare a costruire una nuova idea di trattenimento, legata di più alla deriva che il fenomeno mostra in direzione dei fenomeni degenerativi del tessuto sociale e di meno al dato formale della mancanza di documenti. Occorre superare quanto impedisce di selezionare, in vista dell'allontanamento, solo coloro che creano problemi per la sicurezza, distinguendoli nettamente dai soggetti socialmente deboli, superando quanto imoedisce la salvaguardia di persone che vivono la loro fragilità sociale come fallimento di una speranza.
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Pighi, Giorgio
Non c'è contrasto fra welfare e sicurezza / Pighi, Giorgio. - In: ITALIA OGGI. - ISSN 1120-6063. - STAMPA. - 1:(2007), pp. 21-21. (Intervento presentato al convegno Indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, sugli indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull'organizzazione e il funzionamento delle forze di polizia, tenutosi a Roma nel 4 dicembre 2007).
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11380/1064759
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